Avvocato, io e mia moglie siamo in separazione dei beni. In caso di eredità, cambia qualcosa rispetto alla comunione dei beni?

No: il regime patrimoniale scelto dai coniugi (comunione o separazione dei beni) non incide in alcun modo sui diritti ereditari. Alla morte di un coniuge, l’altro rimane erede legittimo secondo le quote previste dal Codice civile, indipendentemente dal regime patrimoniale adottato durante il matrimonio.

La separazione dei beni disciplina soltanto la gestione dei beni durante il matrimonio: in pratica, ciascun coniuge resta titolare esclusivo di ciò che acquista a proprio nome. Ma quando si apre la successione, il coniuge superstite è sempre chiamato all’eredità, insieme agli altri parenti aventi diritto, secondo le regole della successione legittima o del testamento.

Facciamo qualche esempio pratico: se ci sono figli, il coniuge eredita una quota insieme a loro (metà se c’è un solo figlio, un terzo se i figli sono due o più). Se non ci sono figli ma ci sono genitori o fratelli del defunto, al coniuge spetta di norma due terzi dell’eredità. E se il coniuge è l’unico superstite, eredita tutto il patrimonio. A questo si aggiunge sempre il diritto di abitazione sulla casa familiare e di uso dei mobili che la arredano, previsto dall’art. 540 c.c.

In sintesi: comunione o separazione dei beni incidono solo sulla vita coniugale, ma non toccano i diritti successori.

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