Gli sms e le chat di whatsapp formano prova in un processo di separazione giudiziale?
Gli sms e le chat di whatsapp formano prova in un processo di separazione giudiziale?
Certamente, avanti ai Tribunale trovano da tempo ingresso le riproduzioni informatiche di messaggi sms, email, chat di Whatsapp, Telegram ecc. le quali, se non vi è un disconoscimento esplicito e documentato dell'altra parte (che ad esempio riesca a dimostrare l'alterazione o la modifica fraudolenta delle riproduzioni), possono assurgere al rango di piena prova nel processo, in particolar modo nelle cause di separazione o divorzio.
Lo ha precisato la Corte di Cassazione, all'esame di un caso di separazione giudiziale nella quale i giudici di merito avevano addebitato la separazione per infedeltà coniugale, riferendo che per far perdere in un processo la qualità di prova alle riproduzioni informatiche di una chat occorre un disconoscimento «chiaro, circostanziato ed esplicito», che si deve concretizzare «nell'allegazione di elementi attestanti la non corrispondenza tra realtà fattuale e realtà riprodotta». Sono perciò inefficaci a sottrarne l'efficacia probatoria i semplici richiami, fatti dal ricorrente, ai propri scritti difensivi nei quali dichiarava che quanto prodotto in giudizio non corrispondesse alla realtà dei fatti in esso descritto (Cass. civile sez. VI, 13/05/2021 n. 12794)
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