I diritti dei nonni - su Intimità settimanale commento dell'avv. Daniel Cibin
Sul settimanale Intimità del 7 ottobre 2020, a pag. 8, con il contributo dell'avv. Daniel Cibin, si è parlato dei nonni e dei loro diritti nei confronti dei nipoti.
Di seguito riportiamo l'articolo pubblicato sul settimanale Intimità sui diritti dei nonni:
Nel nostro paese sono circa 17 milioni. E la loro festa, che si celebra il 2 ottobre, è l'occasione per ringraziarli una volta in più per il loro prezioso contributo e per conoscerli un po' meglio.
Due ottobre, festa dei nonni, abbracci, sorrisi, allegria, la famosa torta dalla ricetta extra segreta. Quelli di casa nostra ovvio che li conosciamo bene. Più in generale, però, chi sono i nonni italiani? Qual è oggi il loro ruolo all'interno della famiglia? Noi li abbiamo fotografati grazie a tre recenti studi targati Istat, Doxa e Coldiretti.
In Italia ci sono più o meno 17 milioni di nonni, con una media di 2,5 nipoti a testa, di cui si occupano in media per 5 ore al giorno. Quindi, tutt'altro che una presenza saltuaria, anzi, complice la vicinanza abitativa. Tramontata da tempo la tradizionale famiglia patriarcale, il nostro continua nonostante tutto ad essere un Paese con forti legami intergenerazionali e anche se gli anziani vivono sempre più spesso soli questo non vuol dire che siano isolati. Il 60% degli ultrasettantacinquenni abita infatti nello stesso comune del figlio, mentre quasi un terzo vive con i figli, più del 15% nello stesso caseggiato e quasi il 26% entro il raggio di un chilometro. Tra quelli che abitano soli, più della metà (il 56,4%) è abituato a vedere i figli tutti i giorni. E se in casa ci sono bambini, ovvio che i nonni non si tirano indietro: il 74% di loro collabora sistematicamente alla gestione e all'educazione dei nipoti, dividendosi equamente tra giochi e attività pratiche, quali seguirli nei compiti, accompagnarli a fare sport o in oratorio, andare a prenderli a scuola.
Oltre a questo, i nostri valorosi si affannano in cucina per pranzi e cene e provvedono a piccoli lavori domestici e di manutenzione. Sempre all'insegna di complicità e affetto e del piacere di condividere: puntano molto, infatti, sul trasferimento dei loro valori fondamentali quali la disciplina, il rispetto per gli altri, le abitudini alimentari più sani, mentre si aspettano dai nipoti compagnia e gioia di vivere. Ultimo, ma sicuramente non meno importante, mettono anche mano alla tasca: in più di una famiglia su tre i nonni contribuiscono al bilancio domestico dei figli, talora anche in maniera determinante.
ROSE E SPINE
Tutto bene, allora? Di solito si, ma certe volte le cose non vanno per il verso giusto. Capita, ahimè, sempre più spesso, che figli litighino con i coniugi (le separazioni oggi mettono fine a un matrimonio su tre) e ad andarci di mezzo sono le parti che meno hanno colpe e voglia di stare lontani: infatti succede che, con le scuse più varie, ai nonni venga impedito di vedere i nipoti fino a che, di fatto, i rapporti si interrompono. E allora, come la mettiamo?
Il diritto di famiglia, a seguito della riforma del 2013, agli artt. 317-bis e 336 del Codice civile, garantisce per la prima volta il diritto degli ascendenti, già previsto, del resto, dalla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU art. 8), a mantenere relazioni significative e rapporti equilibrati con i nipoti minorenni. In sostanza ora i nonni che, per qualsivoglia motivo, ripicche, gelosie, cattiveria, vendetta, non riescono più ad avere frequentazioni costanti con i nipoti, - spiega l'avvocato matrimonialista milanese Daniel Cibin (www.studiocibin.com), - possono fare ricorso diretto al Tribunale per i minorenni. Il diritto degli ascendenti non ha comunque carattere incondizionato e il suo esercizio è subordinato ad una valutazione del giudice in cui al centro vi è l'interesse esclusivo del minore, che al di sopra dei 12 anni (o, nella prassi, anche meno) viene sempre ascoltato.
Ne consegue quindi che questo diritto può essere limitato o addirittura escluso qualora non risulti funzionale ad una crescita serena ed equilibrata per il minore, o quando la frequentazione con i nonni comporti per il nipote un turbamento e un disequilibrio affettivo: potrebbe succedere per esempio in quei casi in cui, in passato, i nonni hanno tenuto comportamenti scorretti e offensivi nei confronti di uno dei genitori. A prescindere dalla procedura, quello giudiziale è un percorso da considerare come soluzione estrema, posto il rischio di inasprimento dei rapporti familiari e di danneggiamento dei più piccoli. Molto meglio sarebbe risolvere tutto in via stragiudiziale, armandosi di pazienza, equilibrio e buon senso. Si deve tentare in tutti i modi, annota ancora l’avv. Cibin, di ricucire i rapporti, mettendo da parte i rancori ed evitando intromissioni nella vita familiare dei figli e facendosi aiutare da persone esperte. In tal senso uno strumento efficace spesso risolutivo è quello dell'istituto della mediazione familiare, una procedura non contenziosa finalizzata a risolvere le controversie fuori dal tribunale, offerta prevalentemente dagli ordini degli avvocati locali.
MISSIONE SERENITA’
Chi ha i capelli bianchi dovrebbe essere così saggio da riuscire a fare un passo indietro, interviene Annalisa Pomilio, fondatrice del blog noinonni.it, ponendosi come una specie di porto franco in cui bambini, nel difficilissimo momento della separazione tra genitori, trovino un nido sicuro e accogliente. Perché i nostri nipoti ci possano però percepire come un territorio neutro in cui rifugiarsi e riposare, dobbiamo tenere sempre presenti alcune regole. La prima e più importante: anche se in cuor nostro siamo convinti che uno dei due genitori sia in pieno torto, evitiamo di farlo trasparire con il bambino, magari influenzando con critiche anche velate alla sua mamma o al suo papà: i più piccoli hanno antenne ultra sensibili e captano al volo quello che sta dietro anche alle frasi apparentemente più innocenti, tanto che sanno benissimo ciò che pensiamo anche quando non diciamo nulla.
Oltre a questo, i nonni possono rivelarsi preziosi affiancando la figura genitoriale prevalente (di solito la mamma, con cui i piccoli rischiano di instaurare un rapporto troppo esclusivo) per garantire al bimbo una pluralità di figure adulte di riferimento ed equilibrando con discrezione la bilancia affettiva familiare. Infine, dovranno contribuire a costruire per i nipoti una “normalità” di vita e per offrire loro quei ricordi belli e sereni cui potranno poi attingere da adulti, nella certezza di spartire memorie e affetti con persone che li amano. Il Natale tutti assieme con il rito condiviso dei regali sotto l'albero, elenca Pomilio, il compleanno con la attesissima crostata della nonna, le passeggiate in montagna, la preparazione delle tagliatelle o della marmellata... sono momenti che creano un ritmo nella vita del bambino, appuntamenti fissi e rassicuranti che gli danno la tranquillità per una crescita serena come quella degli altri bambini cresciuti in famiglie unite.